Gli italiani aspettano tutto l’anno questa cosa. Ne parlano tra loro gia in estate mescolandola attentamente tra le chiacchiere da ombrellone e l’aperitivo delle cinque. Poi, a settembre, con il rientro in città, le discussioni si fanno più accese, le aspettative dell’avvenimento nascondono d’incanto i soliti problemi noiosi che parlano di disoccupati, occupati pagati dal buono comprato dal tabaccaio (benedetto da San Egidio), sfrattati, scannati da miserabili impiegati di banca carrieristi, ammalati alla scelta tra medicinale e spesa al mercato, disperati che chiudono aziende non più competitive, sfancazzoni che timbrano in mutande, sindacati che chiudono occhi, gente che arriva e pretende, anziani senza assistenza, malati dimenticati in corsia, madri che piangono figli torturati e uccisi nei paesi dei Resort, ragazzi che scappano all’estero, natalità zero, ricerca zero, investimenti zero, Renato Zero.
Niente di tutto questo ci tocca minimamente perché arriviamo finalmente a dicembre e tutti realizziamo il sogno, curato durante l’intero anno, che qualcosa di grande ed irripetibile sta per accadere. Io stesso ho voluto provare ad intervistare, proprio ieri, la gente, il popolo, coloro che da sempre seguono l’avvenimento spesso dibattuto tra loro in accese discussioni che qualche volta sfiorano addirittura la rissa tanto le opinioni sono diverse e argomentate con ardore.
Sono andato al mercato rionale del Quadraro, quartiere della mia città che avrebbe, qualche decennio fa, dato i natali a chi sta scrivendo e sono andato li con l’umiltà del cronista che torna e che vuole ascoltare la voce di chi davvero sa esprimere il sentore dell’avvenimento con la immediata dialettica che non conosce filtro alcuno nelle espressioni forgiate da quella purezza del verbo che da sempre contraddistingue la gente di questa città e che si arricchisce di termini eloquenti ancor più colorati creati dalla fantasia di coloro che, oltre tutto, alzandosi la mattina alle quattro per il carico ai mercati generali dell’Ostiense, spesso, ad un osservatore straniero, potrebbero apparire suggestivi e fin troppo, diciamo cosi, immediati nelle espressioni colorate che caratterizzano le risposte all’intervistatore.
Ora, siccome avverto dai vostri occhi la curiosità di conoscere l’avvenimento di cui si discute, vorrei rivoltare gli elementi dell’intervista ovvero vorrei riportarvi le risposte degli intervistati (campione preso a caso tra i gestori dei banchi frutta del mercato rionale del Quadraro in tarda mattinata) in modo che voi possiate immaginare la domanda la quale vi verrà invece rivelata alla fine delle interviste. Pronti? Via!
Ecco alcune tra le risposte piu significative:
- a morè io ciò da scaricà l’aranci adesso… magari passa piu tardi che nun cio capito n’cazzo! –
- scusa ma nun me ‘nteresso de politica… e poi so tutti uguali! –
- Io so gia stata in aspettativa ma mo so rientrata e m’hanno messa in regola –
- Chi? Che? Ma me stai a pià per culo? Che cazzo me ne frega dee scale se gia stamo sempre n’ salita qua! –
- Non saprei. E’ un genere che non seguo. Io sto fermo a Eros –
- Romolooo!! Vien po qua che c’è uno che te deve da intervistà sur classico! –
- Io, al massimo, te so riconosce Bac perché cianno fatto ‘n pezzo i Iurop ma mo nun me ricordo qual' è e comunque nun ce pio tanto cor genere –
- Scusa ma nun te capisco e ciò er banco pieno de gente –
- Ancora? To detto da passà piu tardi. Pensi che sto a pià aria che ciò tempo de trattà a curtura? (era il primo ma non mi ero accorto di averlo gia interpellato)
- Il miglior commento è il silenzio figlio mio.. (sibillino)
- Guarda, se passavi mezz’oretta fa trovavi mi padre che magari ce pia de più. Io penso che coi sordi che devo da spende pe vedè na palla che dura tre ore me ce ne vado 2 mesi a Ibizza –
Ecco, vi ho riportato alcune risposte assolutamente vere alla domanda che ho fatto:
“Secondo lei le aspettative dei loggionisti rispetto alla rappresentazione della Scala di quest’anno saranno rispettate o vi aspettate una critica sull’interpretazione di Madama Butterfly secondo una visione puramente pucciniana?”
Naturalmente mi sentivo in dovere verso di voi di realizzare un personale reportage da sottoporre alle vostre riflessioni considerando che, stando alle televisioni, in questi giorni non si fa che parlare delle “opinioni dei loggionisti”. Ho voluto riportarvi le opinioni dei gestori dei banchi frutta di un mercato rionale di Roma in modo che possiate confrontarle traendo conclusioni sul merito.
E' ovvio che l'intervista è di fantasia ma il senso potrebbe far riflettere. “De Vulgari Eloquentia”.
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