Non mi vergogno di confessarlo. Un blog serve anche a questo: parlare a sconosciuti è un pretesto per parlare con se stessi ma a volte è con gli altri che bisogna parlare. Parlare per liberarsi da segreti che pesano sul tuo stomaco stanco piu che su una coscienza avvezza ai peccati vissuti in passato e rimescolati nell’amarezza di questa eta difficile. Da circa 2 anni sono di nuovo finito nel tunnel e non mi vergogno di confessarlo qui.
Ho cercato di tenerlo nascosto alle persone piu care, agli amici, ai miei ex amori che forse, a pensarci ora, qualcosa dovevano aver pur capito scegliendo il silenzio, rosi dal dubbio, fermati dal rispetto per l’uomo che improvvisamente appariva diverso nelle sue stranezze quotidiane sempre piu frequenti... l’astinenza mi ha provocato spesso problemi. Solo ora mi spiego tristezze improvvise, insoddisfazioni, inquietudini, fine di storie importanti.
Perchè l’astinenza forzata la combatti con la sofferenza. Ti prende allo stomaco nelle mattine fresche d’estate cosi come nei pomeriggi appena assolati d’inverno, quando tutto sembra girare bene attorno a te fino al momento improvviso della crisi in cui ne hai bisogno di quella roba e allora devi trovarla. A tutti i costi. Altrimenti impazzisci. Non serve a niente non pensarci.
Ne ero uscito fuori, a dire il vero, nel 2006. All’inizio dell’anno avvenimenti importanti improvvisi avevano deviato il mio cammino. Seguì un periodo della mia vita in cui l’inquietudine passò . Non pensavo piu a questa cosa e dimenticai presto il periodo di disintossicazione passato l’estate precedente a “Lo Scoiattolo” di Montefiascone dove passavi le giornate in riva al lago a mangiar bistecche mal cotte e a bere vino all’aria aperta.
Era un periodo, a pensarci ora, in cui i miei occhi vedevano solo una parte del mondo che mi girava attorno. Era una parte talmente importante che quella roba non riuscivo davvero piu a vederla, piu che a desiderarla. A nessuna delle persone care che in quel periodo mi riempivano la vita sarebbe passato per la testa di farmi trovare quella droga sul tavolo di cucina oppure distrattamente lasciata li sul comodino vicino al letto come di solito succedeva nel passato quando non riuscivo neanche ad iniziare la giornata senza prima aver almeno sentito quell’odore pungente. Lo stesso odore che anche in questo momento che sto scrivendo mi provoca sofferenza da astinenza solo al ricordo.
Purtroppo, non mi vergogno di confessarlo, vuoi per le amarezze di questo periodo della mia vita, vuoi per la fame di sensazioni non appagate da altre esperienze, vuoi per mille altre ragioni che non so spiegarmi… circa un mese fa ho deciso di riprendere ed è qui che è stata dura. Questa è roba d’altri tempi. Quello che trovi ora è robaccia che non provoca sensazioni. Ti ritrovi in mano pezzi di roba indefinita: li odori, li soppesi, li tagli con cura e poi… li provi.
Perché è cosi che funziona. Voi non lo sapete ma c'è un rito ben preciso: la roba te la danno gia impacchettata. La porti casa, al limite la tagli, la prepari con cura e poi stacchi con il mondo. Spegni il telefono, ti prepari l’ambiente con cura perché li ci sei solo tu, la tua roba che solo Iddio sa quanto è stato difficile trovare. La musica buona che suona e tutto il mondo fuori. La televisione ad audio spento con le immagini che girano e la tua musica a volume basso che ti entra nelle orecchie e ti rilassa la mente, i muscoli, ti massaggia anche lo stomaco e poi…poi finalmente il momento in cui la tua astinenza lascia il corpo e il piacere ti invade nel dolce attimo di panico che precede sempre la certezza della felicità.
Apri finalmente il tuo pacco giallo di biscotti “California Montebovi” e affondi le gengive nel primo pezzo di cialda al cioccolato avvolta nella carta interna marrone che scricchiola dolcemente tra le tue dita. Sai che non potrai farne a meno per un pezzo. Al diavolo l’astinenza! Si vive solo una volta.
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